Le Alpi Apuane è una catena montuosa dell'Antiappennino toscano, che si erge a breve distanza dal Tirreno, tra le valli della Magra e quella del Serchio. Il loro nome deriva letterariamente da quello dei Liguri Apuani, antichi abitatori della regione; ma il nome comune e storico è quello di Panie, quale si trova ricordato in Dante e in altri antichi scrittori e quale è ancora usato dagli abitanti. La denominazione di Alpi Apuane compare, forse la prima volta, nel nome dato nel 1804 al nuovo dipartimento del Regno italico che ne comprendeva la regione. L''aspetto frastagliato delle creste montuose, che ricordano quelle delle Dolomiti, e il biancheggiare quasi niveo dei detriti marmorei delle celebri cave, giustifica il nome di Alpi, che del resto in Toscana si applica anche ad altri tratti montani. Le Apuane costituiscono, geologicamente e morfologicamente, un sistema montano assolutamente distinto dall'Appenino, le Apuane sono dunque costituite prevalentemente da formazioni calcaree, alle quali si deve così l'aspetto loro caratteristico e il singolare paesaggio, come il regime idrografico e la celebrata ricchezza dei loro marmi. Numerose le grotte e caverne, le porte e finestre naturali scavate nel calcare dall'azione chimica delle acque. Particolarmente noto il M. Forato. Altro esempio caratteristico dell'erosione nei calcari è la formazione di torrioni isolati, quali il M. Procinto (m. 1177). Le particolari condizioni climatiche della regione, dovute alla diversa altitudine e alla diversa esposizione, le conferiscono una grande varietà dal punto di vista della flora, la quale, per effetto anche dell'isolamento del gruppo, assume caratteri speciali, presentando buon numero di specie che le sono esclusive e che si rinvengono in zone montane più settentrionali. Il ricoprimento boschivo, che si può dire cominci dove si arrestano, con i più alti oliveti, le coltivazioni (700-800 m.), è costituito dai castagneti, che in qualche punto si spingono sino ai 1400 m., e dalle faggete, che non superano i 1500, a causa forse della natura essenzialmente rocciosa delle cime. Mancano nelle Apuane i prati e i pascoli naturali, e la vegetazione delle sommità ha carattere essenzialmente rupestre. Una particolarità delle Alpi Apuane è rappresentata dalle celebri cave di marmo, note e lavorate sin dal tempo dei Romani, che dal porto di Luni ne facevano larga esportazione per la metropoli dell'Impero. Abbandonate nel Medioevo, furono rimesse in valore nel Rinascimento, e fornirono il materiale statuario ai nostri maggiori artisti; si sa come Michelangiolo attendesse personalmente a sorvegliare il taglio e il trasporto dei grossi blocchi che dovevano servire per le sue maggiori opere. Il marmo fornito dalle cave delle Apuane è di tipi diversi, e va da quello bianco a grana finissima, che rivaleggia col marmo pario, adoperato per la statuaria, a quello più grossolano e variamente colorato adoperato nell'edilizia comune e ornamentale. L'area su cui i depositi marmiferi affiorano è di 65 kmq. e si ritiene che questi potrebbero fornire ancora oltre 30 milioni di tonnellate; ma i giacimenti interni sono considerati inesauribili. Il centro dell'industria marmifera delle Apuane è Carrara, ma l'escavazione e la lavorazione si compiono nel Massese, a Seravezza e più o meno in tutti i luoghi della regione.



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